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Il movimento creativo

Il movimento creativo

Sperimentare la danza

Dalle sensazioni corporee quali sensibilità tattile, suono, colore, forma, odore, il corpo reagisce creando movimenti diversi che può conoscere nel qui e ora, come il ritmo che batte.

La danza sarà quindi pathos che diventa gesto, realtà sentita e percepita.

In questo senso appare chiara la motivazione e l’importanza dell’esperienza creativa, ripetuta nel tempo passando dal livello dell’alfabetizzazione alla sperimentazione profonda, per migliorare la conoscenza corporea, la precisione del movimento e la sua espressione, aumentando il flusso immaginativo e riconoscendo eventuali momenti di blocco e fuga.

L’attenzione per il corpo e il movimento fornisce infatti una maggiore consapevolezza di sé e attraverso questa consapevolezza i movimenti potranno essere fluidi, sentiti e armoniosi.

Così l’Io si educa e disciplina all’autentico: ascoltando e ascoltandosi.

Attraverso il processo creativo e l’ampliamento del repertorio di movimento individuale si genera un’esperienza globale che è al tempo stesso corporea, psichica e relazionale.

Si cerca di ristabilire un contatto con la realtà del proprio corpo, con il Sé e con l’altro.

Non bisogna infatti lasciarsi distrarre dalla sensazione cinestetica generale ma calarsi nel movimento, nelle giunture e nei muscoli coinvolti lasciando nascere il gesto che chiarisce e rappresenta quel preciso istante.

Quindi l’immaginazione, la danza, la creazione, non è un tempo di evasione e di fuga dal reale quanto possibilità creativa di affermazione e trasformazione.

La trasformazione

I movimenti del corpo nello spazio, i movimenti degli arti e l’interazione con il gruppo riflettono lo stato emotivo relazionale della persona producendo in modo spontaneo piccoli miglioramenti nella salute psicofisica.

Tutto il “corpo interno” si risveglia dall’abbandono dell’isolamento, delle paure, delle frustrazioni promuovendo la trasformazione dei “NO” del corpo (… non posso, non ce la faccio, non lo so fare, non ci riesco …) in successivi “SI”.

Quanto più si va oltre se stessi come individui condizionati, tanto più si scopre la libertà del movimento conquistando nuovi spazi di benessere.

Il principale obiettivo degli incontri è quello di valorizzare le risorse della persona, dando la possibilità di esprimersi attraverso il movimento in modo nuovo e condiviso.

La consapevolezza delle sensazioni interne permette di dire “ci sono” e di definire di volta in volta chi sono attraverso i grandi mutamenti del tempo, della crescita, dell’invecchiamento e attraverso i piccoli e grandi mutamenti del quotidiano.

Dare pensiero al corpo

Nel percorso di formazione di 1200 ore degli operatori di Danzamovimentoterapia, si hanno numerose occasioni di sperimentazione diretta delle proposte di danza spontanea e movimento creativo.

Si mette la propria corporeità, in primis, a contatto con la pratica professionale, fondamentale per far uso dei metodi e delle tecniche in modo consapevole.

Ogni proposta segna i ricordi, la formazione e le emozioni pregnandoli di elementi utili e peculiari.

Prendere contatto con se stessi e con il proprio movimento, a partire dall’ascolto dei ritmi interni e dall’esplorazione del proprio spazio, il corpo, sugella l’inizio del riscaldamento corporeo e dell’esperienza creativa.

E’ immediata la sensazione di piacere derivante dal movimento corporeo interno ed esterno che si sviluppa in ricerca, esplorazione, curiosità verso nuove forme nel tempo e nello spazio.

Prende forma allora il concetto di “dare pensiero al corpo” e non “corpo al pensiero”, staccandosi anche solo per un attimo dal ragionamento logico/razionale per affidarsi alla naturalezza/istinto del corpo e delle emozioni.

Nell’ esperienza e nell’esplorazione profonda, è possibile entrare e uscire dalle forme create permettendo il fluire spontaneo degli eventi.

Ecco che la danza si mette al servizio della terapia, intesa come cambiamento, coinvolgendo l’operatore tanto quanto l’utente se pur in forma differente.

Durante la danza si attivano le dinamiche di rispecchiamento scambiando continuamente forme e risorse con l’altro.

E’ possibile fermarsi e ripartire nei propri tempi e secondo il proprio bisogno.

Sperimentando l’attesa, il desiderio e l’energia anche nello stop, focalizzando l’attenzione sui confini del proprio corpo, sulla forma assunta, abitando per qualche istante sé stessi più nel profondo pur non perdendo il contatto con il gruppo e l’energia data dal gruppo in quel momento.

La danza creativa genera possibilità, opportunità totalmente nuove che possono aprire nuove soluzioni e risorse quotidiane.

La danza creativa è al servizio del cambiamento.

 

Tratto dal lavoro di Miriam Anelli

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Staff Artedo

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