La Musicoterapia
Bunt L. , già nel 1994, definì la Musicoterapia come una “disciplina che utilizza l’elemento sonoro-musicale all’interno della relazione utente-operatore, in un processo sistemico di intervento con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche”.
Tale definizione è valida ancora ai giorni nostri.
Come è a tutti noto, si distingue una Musicoterapia attiva, in cui l’utente prende viva parte alla produzione stessa dei suoni, da una Musicoterapia recettiva o passiva basata essenzialmente sull’ascolto.
La Musicoterapia è utilizzata in vari ambiti, ad esempio:
- come metodo pedagogico nei programmi scolastici di sostegno;
- in corso di sedute psicoterapeutiche;
- come musica d’atmosfera in ospedali, cliniche, case di riposo, ecc.;
- a scopo antalgico nel decorso post-operatorio e durante il parto;
- a scopo squisitamente terapeutico nelle sindromi ansiose-depressive e nelle patologie psicosomatiche in genere;
- per l’induzione dell’ipnosi.
La Musicoterapia è applicata a numerosi campi assistenziali:
- psichiatria;
- malattie neurodegenerative, come il Parkinson e l’ Alzheimer;
- ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria;
- neuropsichiatria infantile;
- chirurgia, cardiochirurgia;
- pneumologia, cardiologia;
- stati di coma;
- geriatria;
- riabilitazione;
- oncologia;
- assistenza domiciliare;
- patologie terminali.
Musicoterapia e malati oncologici
A proposito di malati terminali, nell’ ambito dell’ Associazione G.N.A. di Ostuni e S. Vito dei Normanni (Associazione interdisciplinare di volontariato ONLUS, operante su tutto il territorio della provincia di Brindisi) si è dato vita ad un progetto, che ancora comunque è nelle sue fasi iniziali, di Musicoterapia domiciliare destinato, appunto, ai malati di tumore in fase avanzata e realizzato da una Musicoterapista proveniente dall’ Istituto di Arti Terapie di Lecce, con il coordinamento del Direttore sanitario del gruppo.
Questo progetto di Musicoterapia si inserisce nell’ambito dell’assistenza fornita da parte dell’Associazione che mira ad avere i seguenti caratteri: essere continuativa, globale e multidisciplinare.
Tutto ciò perché è rivolta ad un ammalato del tutto particolare. Il paziente oncologico grave ha necessità fisiche, spirituali, sociali ed emotive del tutto peculiari, mentre invece, purtroppo, spesso vive abbandono assistenziale e vera solitudine.
Il malato oncologico è il più esposto alla disperazione, essenzialmente a causa della perdita del suo ruolo sociale e familiare, ma anche per l’incertezza del presente e la paura del futuro.
Elisabeth Kubler-Ross ha descritto l’evoluzione psichica del malato oncologico in cinque fasi: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione, accettazione.
Partendo dal presupposto che la Musicoterapia non è uno strumento alternativo, ma integrativo alle essenziali terapie mediche e farmacologiche, si può affermare che, se adeguatamente inserita in un piano terapeutico, questa disciplina può ridurre, con provata efficacia, i sintomi spiacevoli legati allo stato d’ ansia in diverse tipologie di pazienti, ed in particolare nel paziente oncologico.
Si potrebbe prevedere un programma di Musicoterapia nel malato oncologico ancora non in fase avanzata (in corso, ad esempio, di chemioterapia e/o di radioterapia) e viceversa nell’ ambito di assistenza, domiciliare o in hospice, al malato oncologico, preterminale e/o terminale, abbisognevole di sole cure palliative (soltanto, ovviamente, Musicoterapia recettiva, con brani preferibilmente scelti dallo stesso paziente).
Da studi fatti, è emerso che un programma di Musicoterapia associata a psicoterapia e assistenza spirituale ha determinato nel malato oncologico meno ansia, meno disperazione.
Un analogo studio, che ha utilizzato la musicoterapia in associazione a tecniche di rilassamento come l’immaginazione guidata, ha dimostrato in maniera inequivocabile la diminuzione di molti sintomi che rappresentano il quadro clinico del malato oncologico, come l’ansia, la depressione, l’insonnia, ed in primis il dolore.
Ed a proposito di dolore, questo, che in tali pazienti assume il significato non di sintomo ma di malattia in sé, in quanto dolore globale, va trattato sia nella sua forma cronica che è prevalente, che nella sua forma acuta parossistica, con tutte le armi a nostra disposizione, e non solo con l’armamentario farmacologico.
In questo approccio “globale” al dolore “globale” del malato oncologico, la Musicoterapia riveste un ruolo non trascurabile in quanto gli elementi della fisica del suono colpiscono ed alterano positivamente il sistema psico-neuro-immuno-endocrinologico.
La musica agisce, in una concezione olistica che considera l’unità indissolubile di corpo-cervello-mente, sugli organi, sulle ghiandole endocrine, sul sistema personale emotivo, in una parola sulla cognizione.
Gli effetti positivi prodotti dalla musica sono:
- distrae;
- determina una inibizione endogena del dolore;
- promuove il rilascio di endorfine (oppioidi endogeni) nel corpo, le quali agiscono contro il dolore;
- può dare al paziente una benefica sensazione diffusa di controllo del dolore;
- se lenta, produce un rilassamento e rallenta il ritmo respiratorio e cardiaco (Roberts S., 2002).
In conclusione, la musica migliora la qualità di vita del paziente oncologico. È una risorsa gratuita e dovrebbe essere offerta al paziente oncologico come metodo addizionale nel trattamento del dolore e dell’ansia.
“Il potere della musica è di integrare e curare… È un elemento essenziale; è il più completo farmaco non chimico”
(Oliver Sacks).
Lavoro di Roberto Calamo Specchia
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