L’integrazione fra i due strumenti
Ho scelto di unire Danzaterapia e Aromaterapia per permettere di approfondire la conoscenza del sé attraverso metodi non verbali.
Ho notato che alcune persone a cui ho proposto di provare la danzaterapia, spiegando che non si tratta di danza con una coreografia, ma di un movimento libero, stimolato dalla musica, dalle mie parole, dai miei movimenti, hanno accettato e hanno iniziato a muovere il corpo senza imbarazzo.
Altre, invece, più timide hanno fatto inizialmente fatica o hanno rifiutato la proposta. Credo in maniera assoluta che il canale non verbale – per me è la danza – sia utile e forte, proprio per questo non volevo perdere quelle persone più timide.
Dopo aver notato ciò, ho cercato di capire come poterle comunque supportare, così mi sono avvicinata all’aromaterapia.
Ho avuto possibilità di sperimentare singolarmente l’aromaterapia e la danzaterapia con le persone, credo che questo mi abbia dato la possibilità di vedere i limiti di ognuna di queste discipline olistiche e capire come integrarle, per una maggiore efficacia.
Una volta ho avuto l’opportunità di supportare una signora, in un percorso di aromaterapia, utilizzando solo gli Oli Essenziali.
È stato interessante sentire il racconto di cosa sentisse all’interno di quell’O.E., le parole che usava, le emozioni che le suscitava, in base ai ricordi che toccava quell’odore.
Mi sono però resa conto che, quando esprimeva un feedback verbale, entrava in difficoltà, perché non era del tutto consapevole di ciò che davvero provava.
Mancava qualcosa per rendere più fluido il percorso. Lei aveva un’inclinazione artistica e, sfruttando questa sua passione, ho provato a portarla verso la danza.
Un giorno le ho chiesto di portare i due O.E. scelti da lei, ha preso una goccia, solo di uno, e l’ha annusato con gli occhi chiusi. L’ho lasciata libera, sapevo che le stavo chiedendo un passo in più, che per lei non era facile, abbiamo così iniziato il nostro incontro di dmt. A esperienza terminata, posso dire che si è trattato di un punto di svolta, perché da lì il percorso di aromaterapia è cambiato.
Infatti con la dmt si utilizza e si fornisce l’opportunità di riscrivere la memoria corporea, un elemento di trasformazione fondamentale. Lei stessa mi ha ringraziata per questa esperienza: “Ora ho capito ciò che provavo prima, ora mi è più chiaro”.
La memoria olfattiva contiene ricordi, momenti e attimi – belli o brutti che siano – che vengono “riportati” alla persona dagli O.E. Mi sono chiesta allora, perché non provare ad unire due strumenti, per facilitare il fluire delle emozioni, la scoperta o la riscoperta del proprio sé o per lavorare sul giudizio, abbassando le difese.
Ciò che gli oli fanno emergere, la danza contribuisce a trasformare e portare alla consapevolezza.
La dmt permette quindi di lavorare attraverso il movimento e la memoria corporea, in maniera tale che le persone possano accedere alle proprie emozioni in maniera dolce e graduale.
Con gli O.E. si può accedere anche alla memoria olfattiva, che permette di entrare ancora di più in profondità in sé stessi, andando in profondità nei ricordi emotivi. Unendo la memoria olfattiva con la memoria corporea, entrambe spontanee e antiche, si va a creare un quadro completo della personalità dell’individuo e quindi si trova più facilmente la via per accompagnarlo alla scoperta di sé.
Nei miei tirocini ho constatato che, danzare accompagnati dall’aroma di un’essenza distillata a grado terapeutico, consente di scendere molto più rapidamente in sé stessi e migliora la concentrazione così da mantenere la lucidità o la calma anche se ci si addentra in un’emozione forte.
Usare l’O.E. prima di un incontro di danzamovimentoterapia permette di uscire, sin dai primi secondi, dal piano razionale per entrare nell’istintuale, nel ricordo piacevole o nella ferita.
Di conseguenza posso modulare l’incontro, in modo da renderlo ancora più efficace. Ho trovato interessante sperimentare questo abbinamento in più modi: applicando l’O.E. sul corpo così che ci fosse già una prima conoscenza del corpo legata alle emozioni, sugli oggetti mediatori come le stoffe o la carta o in diffusione, perché rimanesse solo un sottofondo di accompagnamento.
Visto quanto scritto sopra, mi sembra doveroso spiegare cosa s’intende per emozioni, attraverso le parole di Goleman:
“Io riferisco il termine emozione a un sentimento e ai pensieri, alle condizioni psicologiche e biologiche che lo contraddistinguono, nonché ad una serie di propensioni ad agire. Vi sono centinaia di emozioni con tutte le loro mescolanze, variazioni, mutazioni e sfumature. In effetti le parole di cui disponiamo sono insufficienti a significare ogni sottile variazione emotiva”.
È una tematica a me cara e spesso ne trovo riscontro nella pratica. Nei tirocini mi sono confrontata spesso, rispetto all’argomento delle emozioni, con psicologhe e psicoterapeute con cui ho collaborato e collaboro ancora.
Penso che, nella dmt, sia fondamentale la collaborazione e poter lavorare in equipe, perché permette di vedere il cliente/paziente a trecentosessanta gradi.
Trovo quindi necessario lavorare in collaborazione con altri/e professionisti/e, con il cliente al centro. Ognuno si occupa del suo settore, ma ponendo obiettivi comuni per poter convergere verso la solita direzione.
Ho deciso di entrare in questo mondo lavorativo con responsabilità ed etica, sia svolgendo le supervisioni che intraprendendo un lavoro su me stessa.
Trovo questi supporti fondamentali, perché mi permettono di poter essere serena e qualora io “risuoni” con il cliente/paziente posso portarlo in terapia e capire cosa mi tocca per poterlo poi aiutarlo al meglio.
Danzaterapia e aromaterapia sono due strumenti che permettono di lavorare sulle due grandi memorie, corporea e olfattiva, dando così vita ad un lavoro sinergico e influenzandosi reciprocamente, dal profumo alla danza e viceversa.
Creare dei percorsi integrati, con gruppi o individuali, è interessante per agire su più livelli e poter modulare l’incontro anche in base ai bisogni di quel momento: è ciò che mi permette di essere ancora più flessibile all’interno di una struttura.
Quando conosco le persone che vogliono intraprendere un percorso con me, alcune mi fanno entrare “nel loro mondo”, cerco sempre di farlo in punta di piedi e di portare un grande rispetto per il loro vissuto.
Sono orgogliosa del lavoro che faccio, non ho paura delle emozioni degli altri, ho imparato a proteggermi quando la loro storia diventa “forte”.
Le persone che ho incontrato fino ad oggi mi hanno permesso di portare dei “semi” per il cambiamento dentro di sé, se il momento era quello giusto, perché, come dice Maria Fux, ogni persona ha il suo tempo. Il cambiamento viene portato grazie alle emozioni, all’intelligenza emotiva, che si può allenare, come sostiene Daniel Goleman.
Tratto dal lavoro di Federica Floris
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