Storie di successo
Benedetta Carradori
Mi chiamo Benedetta, sono nata in provincia di Verona un po’ di tempo fa…
La mia passione per l’Arte, la Creatività e la Spiritualità mi ha sempre accompagnato durante tutte le fasi della mia vita.
Nell’adolescenza ho trovato sollievo nell’esprimermi con la creatività, colori e fantasia… Pensate che non sapevo nemmeno esistesse una disciplina chiamata Arteterapia, dove attraverso colori e altri materiali avrei finalmente espresso la mia interiorità, ansie, paure, desideri…
Ho conosciuto le Arti Terapie tramite una mia amica molto intuitiva; mi disse che sarei stata portata per L’Arteterapia, che avrei potuto aiutare molti bambini e persone con la mia sensibilità…
Vi parlo di dieci anni fa… Leggi di più...
A Verona non c’era ancora Artedo.
Passano gli anni e un giorno dissi a me stessa che avrei voluto fare un corso, volevo dare una svolta alla mia vita!
Provo a guardare su internet e scopro con mio piacere che avevano appena aperto una scuola di Arti Terapie a Verona. Presi i contatti ho chiamato subito i direttori: Axel Rütten e Pamela Palomba; sono stati molto disponibili e attenti alle mie esigenze.
Nel giro di una settimana ero già iscritta! Subito ho preferito iscrivermi ad un master in Arti Terapie per capire meglio cosa fare in seguito: se fare la specializzazione o il corso base. Ora eccomi qui a raccontare la mia esperienza quattro anni dopo!
Alla fine ho scelto la specializzazione in Arteterapia!
Sono veramente felice di aver realizzato un mio grande sogno!
Non è stato facile, era da un po’ che non studiavo, ma con la tenacia e l’impegno mi sono detta: Benedetta, ora o mai più!
Questa scuola mi ha insegnato l’importanza di lavorare in primis su me stessa, imparando ad accettare le mie ombre e a integrarle nella mia vita.
Il lavoro su se stessi è fondamentale quando si intraprende un certo tipo di percorso e di lavoro in relazione d’aiuto. Come possiamo aiutare gli altri se prima non aiutiamo noi stessi, facendo pace con il nostro bambino interiore? Non voglio dire che sia stato un percorso facile e che tutto è filato liscio come l’olio…
Sarei una bugiarda e non voglio illudere chi ha intenzione di intraprendere questa scuola. Sono dell’idea che è servita per forgiare e testare la mia resistenza, pazienza e voglia di farcela. Io i problemi li vedo come opportunità, sono visionaria e amo mettermi alla prova… A volte predendo delle belle bastonate metaforiche!
La vita è una…voglio godermela tutta, voglio sperimentare, gioire, aiutare le persone ad aiutare a scoprire o riscoprire i loro talenti e potenziali per poi donarli al mondo intero! se vogliamo che la nostra società migliori, la gente deve essere felice!!
Felice è una persona quando fa quello che ama, così lo trasmette a gli altri e li ispira e il mondo si popola di creatività e benessere! Si lo so a volte sono un po’ fluttuante nell’aria come le mie amate bolle di sapone…
Sono uscita con il massimo dei voti grazie ad una tesi sperimentale riguardo a come poter applicare e integrare le bolle di sapone in Arteterapia in ambito preventivo, educativo e riabilitativo. Posso affermare di essere nell’avanguardia dato che non esistono, in Italia, testimonianze di pratiche arti terapiche che prevedono l’utilizzo delle bolle. Ho scritto un libro e registrato anche un metodo da utilizzare in Arti Terapie le bolle di sapone: Boll-Evoluzione® (se volete ordinarlo contattatemi).
Studiato per i bambini, ma interessante da proporre anche ad altre utenze. È un libro scritto in maniera semplice, ed è adatto a tutti.
Può essere di aiuto a mamme, maestri, educatori, psicologi e altre figure che lavorano nel campo della relazione di aiuto.
A volte quando pensiamo alle bolle di sapone, subito immaginiamo il classico tubetto per fare bolle… Vi assicuro che c’è un mondo dietro, c’è molto di più…</p
Nei miei sette anni di esperienza ho avuto l’onore e il piacere di poter osservare migliaia di bambini, i loro gesti e comportamenti nei vari esercizi da me proposti con le bolle. Da subito ho notato che interagire con le bolle, non era cosi scontato come potrebbe sembrare, anzi in quel frangente diventavano metafore di vita, con le loro fragilità e bellezza…È nata così l’intuizione di voler approfondire questo campo ancora vergine ma ricco di potenzialità, e l’idea di studiare una metodologia che potesse essere applicata non solo in campo ludico ricreativo, ma anche in ambito di relazione di aiuto e dare dei risultati a livello Arteterapico…
Adoro gli animali… Mi sono sempre chiesta come poter unire animali e Arteterapia.
Quest’anno è nato il nostro innovativo progetto
AnimalArtTherapy® Emotion Children:
“Quando l’Arteterapia si fonde con le emozioni degli animali viste con gli occhi dei bambini”. Questo incontro( o più incontri) è rivolto a tutti coloro che desiderano far esprimere ai propri bambini le emozioni e sensazioni attraverso gli animali. Con la nostra mascotte Chiara, una simpaticissima coniglietta, i bambini toccheranno con mano cosa significa relazionarsi con un animale e di riflesso come approcciarsi in relazione con altri bambini, quanto sia importante rispettare gli animali e la loro natura di esseri coscienti. Un nuovo approccio in piena sicurezza e di grande cura sarà rivolto ai nostri figli che impareranno attraverso semplici giochi cosa sono le emozioni e cosa provano gli animali che vivono con noi. Con Benedetta Carradori, Arteterapeuta, attraverso la scelta dei colori e altri materiali trasformeranno in disegno tutto quello che hanno percepito e sentito. Un’occasione unica di dare un’impronta tangibile al loro vissuto emozionale. Francesca Baluga Esperta in comunicazione tra persona e il mondo animale, guiderà i nostri bambini attraverso dei giochi e dei semplici esercizi di ascolto, a imparare a tradurre i messaggi degli animali in parole ed emozioni, di come sia facile per sentire, ascoltare e capire il linguaggio dei nostri amici a 4 zampe.
Insomma tante belle soddisfazioni!
Collaboro con la scuola Artedo Verona e Brescia come social marketing curando la pagina Facebook
Mi sono aperta la partita iva, ho aperto un sito personale di Arteterapia
(www.benedettacarradori.com) dove pubblicizzo i miei servizi e che cosa propongo.
Gestisco due pagine Facebook : Benedetta Carradori Arteterapeuta e
AnimalArt Therapy®Emotion Children.
Lavoro come Arteterapeuta negli asili, nidi in famiglia, centri di psicologia, faccio incontri in individuale per bambini e adulti nel mio studio.
Insomma sono felice della mia scelta e se posso darvi un consiglio…
CREDETE IN VOI STESSI PERCHÉ SIETE DEGLI ESSERI SPECIALI!!
Volere è potere…
Io devo ringraziare chi per primo ha creduto in me…
quando avevo l’autostima sotto i tacchi…
Grazie ai direttori Axel e Pamela che mi hanno sempre sostenuto e consolato nei momenti più bui del mio percorso, grazie alle mie compagne di corso che hanno saputo farmi uscire dal guscio! Grazie a tutti i docenti che ho avuto l’onore di conoscere nel mio cammino e di aver portato in me nuova luce e passione nelle Arti Terapie.
Benedetta
Maddalena Altea
Non possiamo perdere la nostra creatività.
E’ sempre li a ricolmarci o a scontrarsi con gli ostacoli posti sul cammino.
Se in noi non trova sbocco, si ritrae, raccoglie energia e si butta di nuovo in avanti fino a sfondare.
(Clarissa Pinkola Estès, Donne che corrono con i lupi)
Qualche giorno fa ho incontrato una bimba ormai pre adolescente che l’anno scorso aveva frequentato con me un ciclo di incontri di Arteterapia .
Dopo un poco di chiacchiere mi chiede:“Ma tu da piccola cosa sognavi di fare?” “Esattamente quello che sto facendo ora” le ho detto sorridendo “E tu?” le ho chiesto, “cosa vorresti fare?” lei illuminandosi ha iniziato a parlarmi della sua grande passione per la musica.
Leggi di più...
Ma torniamo indietro, sono nata nell’anno della grande contestazione, di cui i miei non si accorsero neanche per sbaglio, in un’isola al centro del mediterraneo che gli antichi chiamavano Ichnusa. Arsa dal sole e spazzata dal maestrale. Un’infanzia tra colori, sperimentazioni con i colori e libri. A 9 anni vinsi il mio primo concorso di disegno organizzato da un giornale locale con Ati-Alitalia, che metteva in palio settimanalmente 3 biglietti a/r per una località a scelta in Italia. Sono stata molto incoraggiata nell’espressione artistica, e allo stesso tempo ostacolata nel portarla a livelli professionali attraverso la scuola adatta perché “L’arte non da da vivere” L’arte come modalità espressiva restava comunque presente nelle mie giornate, e da mancina corretta, l’unica mano che usavo, (e uso tuttora) per disegnare era, è la sinistra. Mi appassionai successivamente alla psiche, forse nel tentativo e con la curiosità di afferrare quel mondo sommerso che è in ognuno di noi. Nel momento della grande scelta il dilemma fu: Accademia di Belle Arti o Psicologia? Troppo lineare, nell’isola lambita dagli azzurri e turchesi la seconda non era ancora contemplata, la prima era all’altro capo ed io non avevo ancora abbastanza coraggio, optai quindi per Pedagogia, iniziando poco tempo dopo l’attività professionale come Educatore. Con l’ arrivo di due figli, e un Fato abbastanza avverso in quel periodo, l’esperienza universitaria che andava un po a rilento si concluse , mentre continuavo a tempo perso sperimentazioni artistiche. Nel 1997 incuriosita, partecipai ad un workshop con Marisa Sartirana “Il punto e la linea” e con grande curiosità mi approcciai ad un primo testo sull’argomento: “Arteterapia in educazione e riabilitazione” di Bernie Warren e pensai che quello era il mondo che univa le mie due grandi passioni, la strada che mi sarebbe piaciuto percorrere, ma ancora era presto. Nel 2006 riuscii ad iscrivermi ad una Scuola di Arteterapie nell’isoletta natia ed ebbi modo di frequentare diversi laboratori, uno di questi fu particolarmente importante per l’approccio proposto e per l’utilizzo di un materiale particolare. Il docente di quel laboratorio in cui utilizzammo l’argilla, era Axel Rütten. Ma ancora evidentemente non era il momento giusto. Mi trasferii nel “continente” trovai un lavoro a tempo indeterminato, treno diretto per l’infelicità, (che anche se in cuor mio chiamavo provvisorio, durò dieci anni). Furono anni intensi in cui un lungo percorso di psicoterapia diede l’avvio al riavvicinamento a me stessa, e alle mie passioni. Frequentai diversi anni di scultura su legno e un anno di tecniche pittoriche al Laba di Brescia. Sentivo che stavo in qualche modo avvicinandomi a ciò che mi piaceva ma ancora mancava qualcosa. L’urgenza del tempo che passa, il riaffiorare delle vecchie passioni, l’ insoddisfazione e l’ insofferenza marcata rispetto a quello che era il mio lavoro nella grande distribuzione assistita, mi indussero a fermarmi e a chiedermi seriamente cosa volessi davvero fare nella vita, in quel frangente la parola Arteterapia bussò in modo più deciso alla porta. Fu così che, ancora non so perché, una sera scrissi invece “Scuola Artiterapie Verona”, quando con questa città non avevo nessun tipo di contatto. Mi comparve subito la Scuola Artedo di Artiterapie sede di Verona, seguita dal nome di Axel Rütten che insieme a Pamela Palomba era il direttore della sede veronese. Contattai subito la direzione e mi iscrissi ad Artedo Verona nel giugno del 2015 Questo, era per fortuna, il momento giusto e la scuola giusta , i pianeti si allinearono! Artedo aveva infatti le caratteristiche che cercavo : una formazione teorica a cui si poteva accedere tramite piattaforma e-learning comodissima, una formazione laboratoriale con diversi docenti molto validi, la possibilità di frequentare laboratori in diverse sedi. Altra cosa per me fondamentale era il fatto di poter avere a fine percorso un’attestazione che avesse un valore legale e spendibile nel mondo del lavoro. Il corso Artedo che avevo scelto aveva la qualificazione Cepas e l’accreditamento al MIUR oltre alla possibilità di sostenere poi l’esame di Certificazione ISO 17024 per la convalida a livello europeo delle competenze. Il percorso effettuato in questi 4 anni , è stato fondamentale e ha agito su diversi livelli. Il lavoro svolto durante la frequenza dei laboratori di Arteterapia in presenza con i vari docenti, è stato sia di esplorazione e conoscenza di parti di me, che professionalizzante rispetto alle diverse metodologie e materiali utilizzabili nel lavoro arteterapico. Da un punto di vista personale, l’acquisizione di maggiore consapevolezza, ha determinato una grande trasformazione sia interiore che esteriore, in primis la decisione di lasciare un lavoro troppo logorante ma che mi dava una sicurezza economica, per buttarmi in una serie di passaggi ponderati, ma decisi, a capofitto nell’ambito dell’Arteterapia. Tutto ciò unito allo studio teorico, il tirocinio e le supervisioni, hanno fornito una solida base da cui partire per svolgere questa professione. La decisione di trasferirmi in quest’ultimo anno a Verona, città nella quale ho svolto la maggior parte del mio tirocinio si è inoltre rivelata assolutamente vincente. Qualche settimana dopo la fine del tirocinio mi è stata infatti proposta dalla stessa struttura una collaborazione professionale per un laboratorio settimanale di Arteterapia, tuttora in corso, nell’ambito dell’interculturalità, oltre a degli altri laboratori da tenere in estate con il gruppo dei bambini e adolescenti. Passaggio fondamentale è stato inoltre l’apertura della Partita Iva a Gennaio 2019 che anche da un punto di vista formale mi ha permesso di presentarmi come professionista, rendendomi più responsabile, attiva e autonoma rispetto al mio futuro professionale. Durante il periodo invernale ho collaborato ad un’importante progetto scolastico “Disegnare il futuro” in alcune scuole cittadine svolgendo diversi laboratori, dove, benché si trattasse di laboratori creativi che non avevano un indirizzo strettamente arteterapico, sono riuscita ad integrare dei momenti di Arteterapia, e un taglio che promuovesse l’esplorazione e l’espressione della sfera emotiva, con grande soddisfazione degli alunni e degli insegnanti. Ho iniziato poi un ciclo di incontri di Arteterapia presso il centro d’incontro di una circoscrizione che ha come target la terza età, dei giovani anziani molto curiosi e disposti a mettersi in gioco. Insomma, in questo momento della mia vita mi sento in profonda sintonia con quello che sto facendo, oserei dire felice per il mio sogno che si è realizzato, che ha avuto bisogno di tempo, di impegno, di risorse, di speranza, di scelte e che ora mi sta dando grandi soddisfazioni. Ogni giorno di più mi rendo conto di quanta “fame” di momenti creativi ci sia nelle persone, di quanto desiderio di raccontarsi attraverso un’ opera, di sperimentare materiali e modalità nuove per esprimersi, di trovare luoghi dove poterlo fare, dove a guidarli ci siano degli Arti-terapeuti validi e preparati. Se siete indecisi rispetto al vostro futuro fermatevi, chiedetevi se questa è la vostra strada.Se la risposta è si, non esitate a percorrerla.
Il sentiero non sarà sempre semplice, né in discesa, ci saranno ostacoli o cose che cercheranno di distogliervi, ma avrete modo di trovare nella vostra strada delle ottime guide e dei compagni di viaggio con cui confrontarvi. E il punto d’arrivo sarà una nuova partenza . Maddalena Altea
Ersilia Faedda
Il mio nome è Ersilia, ho 34 anni e vivo a Sassari, nel nord Sardegna, una città in collina a pochi chilometri di distanza dal mare. Oggi quando mi chiedono qual è il mio lavoro rispondo orgogliosamente Teatroterapeuta; con la mia amica e collega Musicoterapeuta Maria Giovanna Putzu, siamo direttrici della scuola Artedo di Arti Terapie in Sardegna e insieme abbiamo fondato la società CreAttivaMente s.n.c., il cui primo obiettivo è la promozione, la diffusione e l’utilizzo delle Arti Terapie.
Leggi di più...La storia del mio primo incontro con Artedo, però, risale a circa sei anni fa e lo ricordo ancora come se fosse ieri… Una mattina di settembre, un’amica e collega del centro estivo per ragazzi in cui lavoravo, condivise sul mio profilo facebook un post in cui si annunciava l’apertura di corsi di formazione e specializzazione nelle Arti Terapie; la cosa sensazionale era che si tenessero qui, in Sardegna. Conoscevo già qualcosa sulle Arti Terapie ed erano anni che cercavo un corso di questo tipo. Mi era capitato tante volte di utilizzare i medium artistici con i ragazzi con cui lavoravo ottenendo ottimi risultati, ma all’epoca ero già mamma di una bimba di 5 anni, mi trovavo costretta a fare qualsiasi tipo di lavoro per contribuire al sostentamento della mia famiglia e non potevo assolutamente permettermi di partire per andare a formarmi in quello che noi sardi chiamiamo “continente”. Da qui la mia meraviglia e l’infinito entusiasmo nello scoprire che avrei potuto frequentare direttamente in Sardegna. Ricordo che ne parlai subito con i miei genitori che, vedendomi così entusiasta, furono felici di contribuire alla mia formazione. Telefonai immediatamente al numero indicato nel post e nel giro di una settimana ero già iscritta al corso di specializzazione in Teatroterapia. In quel momento non potevo assolutamente immaginare come questo percorso avrebbe cambiato la mia vita, ma sentivo che era la strada giusta per me.
Ricordo il primo accesso in piattaforma e il mio primo laboratorio… Arteterapia con l’argilla, un materiale che avevo sempre desiderato utilizzare, ma con cui non ero mai entrata in contatto. Che fatica quei due giorni, a contatto con me stessa… e con circa venti persone che non conoscevo affatto! Che fatica, ma che soddisfazione quando nel pomeriggio della domenica dalle mie mani venne fuori una statuetta di donna che si elevava dal terreno… è ancora qui nella libreria accanto a me. Ogni tanto la guardo e, pensando a come sono ora, sorrido . Quel giorno feci subito amicizia anche con Maria Giovanna; lei era al secondo anno del corso di musicoterapia e subito iniziò a darmi consigli sui libri da leggere, anticipandomi alcune difficoltà che avrei potuto incontrare… Ricordo il bel clima di fiducia che c’era nel gruppo, tra tutti i partecipanti, un senso di complicità che cresceva man mano che frequentavamo i laboratori, grazie anche al lavoro dei docenti che incontravamo, sempre attenti a tutte le dinamiche di gruppo che avvenivano all’interno dei setting.
Più frequentavo la scuola e più mi rendevo conto di essere entrata in una realtà formativa altamente stimolante, dove ho potuto imparare una professione grazie al lavoro di docenti esperti e preparati che hanno saputo condurmi alla presa di consapevolezza dei miei vissuti, dei miei limiti, invitandomi sempre, con delicata fermezza, a superarli e consentendomi così di ritrovare la fiducia nelle mie capacità, aiutandomi a recuperare la forza necessaria per prendere in mano la mia vita, per lavorare su me stessa in modo da essere un’operatrice migliore con i miei utenti.
Non posso dire che sia stato facile studiare le dispense, sostenere gli esami, preparare le prove di progettazione, fare 400 km, due weekend al mese, per partecipare a tutti i laboratori presenti in calendario. Il tirocinio, le supervisioni, le prove di conduzione, la continua richiesta a mettersi in gioco in prima persona anche in attività per cui nutrivo una certa reticenza, il solo fatto di averci provato… sono state tutte attività rivelatesi fondamentali nell’accrescere il mio saper fare e che ho potuto mettere in pratica fin da subito; ma forse, ancor di più, sono state una continua sfida con me stessa, una grande risorsa, perché ciò che imparavo durante i laboratori potevo applicarlo fuori, nel mio quotidiano.
Ho incontrato tantissime persone: compagni di corso, docenti, direttori, tutor, tutte diverse e uguali al contempo, con origini differenti ma accomunate dalla stessa passione. Tutte persone con cui ho studiato, lavorato, viaggiato e che, in un modo o nell’altro, mi hanno sempre incoraggiato. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa e se oggi posso scrivere queste righe, fondamentalmente, è grazie a loro. Ho imparato ad ascoltare, ad osservare me stessa e gli altri dalla giusta distanza.
Nel novembre del 2017 ho conseguito la specializzazione in Teatroterapia con una tesi dal titolo : “Educare alla creatività. Un percorso di Teatroterapia nei contesti scolastici, volto alla formazione e alla presa di coscienza di sé”. Mentre svolgevo il tirocinio in una scuola media della mia città, mai avrei immaginato che da quella esperienza sarebbe partita una ricerca che continua ancora oggi che, nel mio ruolo di formatrice e di Teatroterapeuta, svolgo progetti nelle scuole primarie e secondarie della mia regione. Una ricerca incentrata sui nuovi bisogni educativi dei bambini, che ne rispetti le loro naturali inclinazioni, stimolandoli nella scoperta dei propri talenti, in modo da renderli attori attivi del proprio futuro, incoraggiando così un modo differente di fare scuola, basato su un approccio olistico all’apprendimento.
Un’altra cosa importante che ho appreso è che non si smette mai di imparare e che se vogliamo lavorare con gli altri e per gli altri è necessario che la nostra formazione sia continua e permanente. Ho imparato che, per dare agli altri il meglio di noi stessi, dobbiamo affrontare prima i nostri demoni, ciò che negli altri ci “ri-suona” e che, se non riconosciuto preventivamente, ci fa perdere d’obiettività, se non proprio “le staffe”!
Questa storia, iniziata sei anni fa, continuiamo a scriverla ogni giorno, insieme con Maria Giovanna, attraverso nuove sfide, soddisfazioni e piccoli obiettivi da raggiungere; anche ora, mentre studiamo, rispondiamo al telefono e alle mail, mentre viaggiamo in lungo e in largo per tutta la nostra amata isola, cercando di dare il meglio di noi stesse a vantaggio di tutti gli allievi che frequentano i nostri corsi.
Questa storia, in fondo, è appena cominciata… ed è ancora tutta da scrivere…