L’attitudine musicale
I primi anni di vita, come afferma Edwin E. Gordon, sono fondamentali per l’apprendimento musicale e linguistico dei bambini.
E’ in questo periodo, infatti, che si sviluppa l’attitudine musicale, più comunemente definita talento musicale.
Questa attitudine fa parte del patrimonio personale di ogni individuo ed è innata, ma un ambiente ricco di stimoli musicali è la condizione indispensabile perché si sviluppi al massimo delle sue potenzialità.
Essa, quindi, va coltivata e incoraggiata con continuità; etichettare un bambino come “poco portato” può indurre a trascurare la sua educazione musicale e, di conseguenza, questo può precludergli una possibilità di crescita.
Per questo motivo, l’educazione musicale all’interno della scuola è fondamentale, a partire proprio dalla Scuola dell’infanzia, anche se oggi, purtroppo, nei nuovi programmi essa non viene più considerata alla stregua delle altre materie, ha spazi e orari sempre più ridotti, scarsità di fondi e soprattutto di materiali.
Questo fa sì che studiare musica diventi sempre più un privilegio e quindi a molte famiglie non resta che rivolgersi alle scuole di musica private, con un notevole aggravio economico.
È importante, quindi, che il bambino acquisisca questo tipo di cultura in primo luogo per se stesso, perché cantare, sperimentare, improvvisare con la voce o suonare uno strumento genera un senso di profonda soddisfazione e benessere.
Un ruolo fondamentale, in questa importante fase, viene svolto da educatori, genitori e insegnanti di musica che accompagnano il bambino in questo suo viaggio di scoperta sia assecondandolo nella sua ricerca, sia insegnandogli il modo corretto di fare musica.
7 tipi di “intelligenza”
Il concetto di intelligenza musicale è stato ripreso e studiato da Howard Gardner, psicologo e professore presso la Harward University del Massachusetts, diventato celebre per la sua teoria delle Intelligenze multiple.
Egli ha individuato inizialmente sette tipi diversi di “intelligenza”, ognuna deputata a settori differenti dell’attività umana:
- Intelligenza logico-matematica;
- Intelligenza linguistica;
- Intelligenza spaziale;
- Intelligenza musicale;
- Intelligenza cinestetica o procedurale;
- Intelligenza intrapersonale;
- Intelligenza interpersonale.
In seguito, nel corso degli anni ’90, Gardner ha aggiunto alla sua teoria altri due tipi di intelligenza: l’intelligenza naturalistica, relativa al riconoscimento e alla classificazione degli oggetti naturali e l’intelligenza esistenziale, che si esprime attraverso la capacità di riflettere sugli interrogativi fondamentali dell’esistenza e, più in generale, attraverso l’attitudine al ragionamento astratto e all’utilizzo di categorie concettuali universali.
Intelligenza musicale
Tra i diversi tipi di intelligenza individuati da Gardner troviamo, quindi, anche quella musicale che consiste nello sviluppo e nella maturazione della capacità di elaborare gli stimoli provenienti dagli atti percettivi e di operare all’interno di essi delle correlazioni che portano alla formazione di rappresentazioni mentali delle strutture musicali, dalle più semplici alle più complesse.
L’intelligenza musicale consiste, inoltre, nella capacità di utilizzare tali strutture nelle attività di produzione e nella capacità di riflettere e avere consapevolezza del proprio operato.
Secondo la teoria di Gardner, infine, le singole intelligenze non sono separate le une dalle altre, ma cooperano tutte armonicamente tra di loro.
Per fare musica, infatti, non basta solo possedere l’intelligenza musicale, ma occorrono anche altri tipi di intelligenza come, ad esempio, l’intelligenza spaziale, quella corporeo-cinestetica, l’intelligenza logico-matematica e quella linguistica.
Tratto dal lavoro di Angelo Molino
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