Cenni storici
Con l’evolversi degli studi sul campo l’Arteterapia si è gradualmente distaccata dalla dimensione interpretativa e diagnostica, troppo vicina alla psicanalisi, ritrovando l’aspetto creativo ed espressivo all’interno di un luogo sicuro e protetto.
Tra i primi pionieri che credono nel valore della creatività legata alla terapia c’è l’artista ebrea Edith Kramer.
Nata a Vienna nel 1916, all’età di 13 anni diventa discepola dell’artista e insegnate d’arte Friedl Dicker Brandeis, per cui ha una sincera ammirazione.
La Dicker Brandeis è una donna forte, uno spirito libero e un’attivista antifascista che si oppone all’avanzare del Nazismo in tutta Europa.
Praga: primi laboratori artistici per bambini
Nonostante la forza e il coraggio, le due donne si trovano costrette a fuggire a Praga, ultima roccaforte democratica, per sopravvivere alle persecuzioni.
Qui organizzano i primi laboratori artistici per bambini, principalmente figli di rifugiati politici.
E’ in questa prima esperienza la Dicker Brandeis nota come questi ultimi sfruttino l’espressione artistica per cercare di elaborare i traumi della guerra e delle persecuzioni.
La donna crede fortemente in questa sua intuizione e inizia ad annotare e studiare gli aspetti terapeutici dell’arte; purtroppo però viene catturata e deportata in un campo di concentramento insieme al marito, dove trova la morte nella camera a gas.
Edith Kramer: la fuga a New York
Fortunatamente Edith riesce a sfuggire ai nazisti portando con sé l’esperienza e gli studi della sua mentore.
Rifugiatasi a New York inizia a lavorare come insegnate d’arte nei quartieri disagiati della città e in seguito presso Istituti e Centri di Neuropsichiatria Infantile.
Negli anni ’50 conduce laboratori espressivi con preadolescenti affetti da disturbi emotivi presso l’istituto Wiltwycks, qui lo psicanalista che segue il gruppo crede profondamente nei principi della Kramer, tanto da assumerla coniando per lei il termine arteterapeuta.
Edith nel corso degli anni riesce a definire una vera e propria disciplina che si allontana dall’idea psicanalitica di arteterapia, in favore di un percorso basato sulla centralità del processo creativo e dell’espressione artistica.
La stessa Kramer ci dice che “le virtù curative dipendono da quei procedimenti psicologici che si attivano nel processo creativo”.
Tratto dal lavoro di Vincenzo Sanapo
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